Comunicato stampa sul progetto abitativo per i rom di Scampia

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Comunicato stampa sul progetto abitativo dell’amministrazione Comunale per i rom in via Cupa Perillo

Il Comitato Spazio Pubblico intende con la presente richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale e di tutti i cittadini rom e non rom, sul progetto abitativo definito dalla relazione tecnica allegata alla delibera del consiglio comunale del 15.05.14 "attrezzature socio assistenziali per insediamento abitativo temporaneo di rom" e che il Comune di Napoli prevede di realizzare in via Cupa Perillo. Progetto verso il quale il Comitato, pur comprendendo la complessità nell'affrontare la tematica del diritto all'abitare! in una città come la nostra, dichiara tutta la sua decisa e univoca contrarietà.
Ritenendo altresì necessario aprire un dibattito che riguarda le politiche di accoglienza, di inclusione, di riqualifica e trasformazione di un territorio importante ed emblematico come Scampia e non solo.
All’interno di un sistema abitativo nazionale ancora basato su ingiustizia sociale e speculazione edilizia, e dove per alcune persone, come per i migranti, risulta più evidente che per altre quanto lo Stato finisca per foraggiare il privato (sociale o non sociale) in crisi, più che fornire effettivi aiuti a chi è in difficoltà, Scampia avrebbe potuto costituire il primo esempio di un nuovo paradigma abitativo e sociale. Prima di tutto per l’abitudine alla convivenza che contraddistingue molte delle relazioni tra rom e non rom del quartiere. Proprio per aver già conosciuto così tanti scellerati progetti architettonici, semmai convincenti sulla carta ma poi rilevatisi disastrosi nella realtà (le Vele come il “Villaggio della solidarietà” per rom dietro al carcere di Secondigliano del 2000), a questo quartiere l’amministrazione avrebbe potuto risparmiare l’ennesimo smacco. 
Decidendo di non seguire molte delle principali indicazioni internazionali e nazionali, ma anche quelle delle associazioni cittadine contenute in ricerche come “Ambito 7 - Riflessioni allargate sui rom, la città e la politica nazionale” e “Star – I rom in Comune” e nei suggerimenti che i gruppi firmatari di questo documento hanno avanzato nell’ambito del “Laboratorio abitare Cupa Perillo, Scampia”, l’amministrazione ha continuato a puntare prevalentemente sull’aspetto abitativo da un punto di vista prevalentemente tecnico, piuttosto che dotarsi di strumenti e modalità stabili e interne all’amministrazione pubblica, capaci di affrontare gli aspetti giuridici, lavorativi e burocratici che, ancora prima della questione abitativa, ancora oggi costituiscono il principale ostacolo ad una normale vita per i rom anche nella città di Napoli.
Ritenendo che il progetto sopra menzionato abbia tutte le caratteristiche (grande insediamento, 409 persone, mono etnico, non scelto ma proposto come unica soluzione) che ne fanno prevedere una rapida deriva verso i fin troppo scontati esiti da progetto di ghettizzazione urbana, pensiamo che a nulla possa servire nascondere la poca lungimiranza dietro parole come “partecipazione”, ecosostenibilità, solidarietà, soprattutto quando poggiate più sulla retorica che sulla veridicità sostanziale. Oltre a non essere credibile per inaffidabilità pregressa, il criterio di temporaneità inserito all’interno del processo socio assistenziale (e che giustificherebbe l’intera operazione), finisce per tradire la reale filosofia di fondo dell’amministrazione Comunale.
Perché mai persone che vivono a Napoli da oltre 30 anni avrebbero bisogno di un progetto transitorio di prima accoglienza? Sono forse incapaci di provvedere a se stesse? Perché non strutturare un percorso di accompagnamento per l'inserimento abitativo differenziato a seconda dei casi e delle esigenze? Perché non cominciare sin da subito a prevedere e! realizzare percorsi che contemplino i vari aspetti legali, lavorativi e burocratici?
E a nulla valgono i molti appigli burocratico amministrativi per cui questa sarebbe stata l’unica soluzione possibile. Se davvero è così, perché si tratta di fondi destinati ai soli rom, perché per cercare una soluzione diversa, al posto di un nuovo ghetto che nuocerà all’intero quartiere, l’amministrazione comunale non ha dato direttamente i soldi ai rom.
che abitano a Cupa Perillo? Assistiamo ad un ennesimo atto di regressione dello stato sociale cittadino, incapace di nutrire progetti volti al reale cambiamento sociale, né tantomeno di attuare misure di sostegno diretto, per i rom come per tutti gli altri cittadini che oggi vivono in situazioni non più ammissibili (come gli abitanti delle Vele). Che cosa sceglierebbe un cittadino - rom o non rom - tra un’abitazione provvisoria e assistenziale e! 125.000 euro per comprare un nuovo alloggio; o 17.500 euro a persona (tanto si otterrebbe dividendo i 7 milioni di euro a cui ammonterebbero i costi complessivi del progetto per i 56 alloggi o per i 400 destinatari dell’intervento)? Forse anche questa avrebbe potuto costituire una soluzione migliore, così come già sperimentato in altre città italiane, rispetto ad un nuovo incubatore di malessere cittadino. 
Invitiamo pertanto l’amministrazione comunale e le altre istituzioni preposte ad abbandonare questo percorso progettuale, a Scampia come a Gianturco, a Ponticelli e negli altri quartieri della città dove si stia pensando di realizzare modelli analoghi di “centri di prima accoglienza”. Tutti progetti che rischiano di creare ghetti e che non favoriscono le relazioni, contribuendo a rafforzare stereotipi e divisioni, impedendo che il discorso sull’abitare possa essere oggetto di una reale confronto tra quanti in città si stanno occupando e battendo per questo diritto di tutti, italiani rom e stranieri che siano. 
Rom e gagiò di Scampia, potendo contare su un tessuto culturale e sociale che della trasformazione positiva e partecipata, in larga parte autofinanziata, fa la sua forza, da tempo ragionano su questi temi. Temi che più che mai appaiano attuali e di interesse collettivo, sia in termini di riflessioni che di proposte e delle quali la politica dovrebbe tenere fattivamente conto nel momento in cui mette mano alla determinazione delle visioni politiche, urbanistiche e sociali di una città.
E’ ora di avviare una seria politica abitativa globale, capace di abbattere ineguaglianze e segregazione sociale, immaginandosi soluzioni abitative profondamente innovative e capaci di far uscire rom e non rom dall’isolamento esistenziale in cui la maggior parte dei cittadini stanno andando a finire.
Napoli, 21 luglio 2014

Comitato Spazio Pubblico

(Associazione Compare-Centro Territoriale Mammut, Associazioni Chi Rom e chi no, Dream Team-Donne in rete, Circolo Legambiente La Gru, Musicaliberatutti, Centro! Hurtado-aQuaS, Banda Baleno, Arciscampia, Vodiska, Pollici verdi, Figli del bronx)

info e contatti 338 5021673 - 3488842827 - 3395302138

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