L'albero della nascita
Le storie dei bambini del Mammut Scampia
Dicembre 2014
0- Un anno importaante al Mammut
E’ dall’inizio dell’anno che con i bambini che frequentano il Mammut (una trentina tra i 6 e i 10 anni) tentiamo di introdurre l’argomento “porta”, sfondo integratore di tutte le attività Mammut 2013/14. Lo facciamo chiedendo nel quizzone delle giornate laboratorio/doposcuola di scovare se tra i compiti di scuola di qualcuno si annida qualcosa sulla porta; oppure di raccontare qualcosa che è successo nel loro palazzo attorno al tema porta….
La volta scorsa avevamo parlato in cerchio di come fare a aprire la porta della Villa Comunale (per i non napoletani: “parco pubblico”) di Scampia, che dà sulla piazza dove il Mammut ha sede e che il Comune non si decide ad aprire. Ne venne fuori una giornata molto bella, con grandi e bambini che hanno dato il meglio di sé anche grazie a Riccardo Dalisi che conduceva un laboratorio avanti ai cancelli della Villa e ai giornalisti che avevano accettato l’invito a raccontare la giornata.
In altri modi avevamo lavorato precedentemente attorno a questo tema e ai riti e miti di passaggio, ad esempio con le storie di Orfeo e Euridice, dell’Er di Platone, di Alibabà e i 40 ladroni, del mito di creazione zigano “Dio che creò il mondo con l’aiuto del Diavolo”, con la storia indiana della luna che sposò il lupo e altro ancora.
I - L’albero della nascita. Prima giornata di laboratorio
Ma oggi la porta attorno a cui parliamo è quella della nascita.
In cerchio chiediamo ad ognuno di chiudere gli occhi e “vedere” la prima immagine che viene loro in mente appena pensano alla parola “nascita”. Quindi di disegnarla. Chi disegna il rosso, chi una figura di donna…
Poi tutti in cerchio se ne parla. Cercando di ricordarsi qualcosa di più sul giorno della propria nascita (facendo la massima attenzione a quello che racconta un altro e mettendo da parte battute e giudizi. Sono racconti preziosi e delicati, di coraggio).
Cominciano ad uscire ricordi molto belli, a volte paurosi come quelli di Mattia che dice di sentire ancora il cordone che aveva attorno al collo.
Nel cerchio ci sono momenti di condivisione autentica, molto bella e potente. Poi chiediamo a ciascuno di scrivere le prime quattro parole che vengono in mente quando sentono la parola nascita. Ognuno scrive le sue su un foglietto.
Ci lasciamo con una consegna: devono chiedere ai propri genitori una foto da neonato e, anche a loro, le quattro parole..
II - La seconda giornata di laboratorio
La volta successiva arrivano le foto e le altre quattro parole, quelle dei genitori.
In cerchio ne discutiamo e ci regaliamo racconti belli. Siamo tutti un po' emozionati.
Poi chiediamo ai bambini di dividersi in coppie: nel cerchio devono cercare uno sguardo che li sta cercando. Nascono così 10 coppie di bambini. Ciascuna coppia dovrà scegliere solo quattro delle 16 parole di cui è dotata in partenza (le 8 dei figli+ le 8 dei genitori).
Di nuovo in cerchio si condividono emozioni e scoperte del lavoro a due.
Ci spostiamo nella stanza-officina. Prima di iniziare la giornata di laboratorio avevamo tagliato molte strisce di cartone, di quello trovato nelle immondizie. Di grandezza decrescente in modo da poter poi essere montate come si vede nelle foto. Ciascuna coppia di bambini riceve 4 strisce di queste strisce, con la consegna di iniziare prima di tutto a miscelare un colore con la tempera per dipingerle. Una volta asciugate su ognuna delle strisce la coppia dovrà scrivere una delle 4 parole scelte in coppia, con le lettere più belle che riusciranno a comporre. Sempre con tempera e pennello.
Tra una pennellata e l’altra, nel resto delle stanze Mammut i bambini procedono al doposcuola e alle attività normali di ogni pomeriggio.
III. La festa
Durante la giornata della “festa d’inverno” ( il 20 dicembre nella piazza Giovanni Paolo II di Scampia) strisce e fotografie sono state montate e sono diventate il nostro Albero della nascita. Bambini e genitori sono stati molto felici di poter ricordare e parlare di una giornata così attorno al Natale.
C’era ed era contenta anche la mamma di una delle bambine che si professa testimone di Geova, con lei avevamo a lungo ragionato nei giorni precedenti per arrivare insieme alla conclusione che questa non era una festa nociva per nessuna credenza religiosa, perché ricerca attuale di fare festa in maniera autentica.
Sembra proprio una “albero vivo” ha detto il nostro amico Riccardo Dalisi quando ha visto l’albero. Era proprio quello che ci avrebbe fatto piacere sentir dire.