I bambini delle elementari dell’area nord di Napoli hanno fatto scuola per un giorno a piazza Giovanni Paolo II Scampia: alla ricerca del Genio Eir Ascol. Il 14 maggio si è infatti realizzata la giornata centrale della VII edizione del “Mito del Mammut”, che, partita nel giugno 2013, ha coinvolto oltre 2.000 bambini e un centinaio di ragazzi (italiani, rom e migranti) in percorsi di didattica laboratoriale e concorsi letterari in scuole, carceri, centri ludici, vele e porte della città. Ancora una volta scuola e territorio diventano luoghi in cui si sta bene e da cui non si ha più voglia di fuggire, lanciando una petizione per l’apertura del cancello della villa comunale di Scampia.
il “Mito del Mammut” è il gioco didattico di teatro quartiere aperto alle scuole e alle altre agenzie educative di Napoli,
Il “Mito del Mammut” è il gioco didattico di teatro-quartiere ideato nel 2007 con lo scopo di proporre nuovi modi di lavorare alla didattica ordinaria portando insegnanti, educatori e alunni per le strade della città e mostrando tutte le possibilità didattiche e formative che esse possiedono. Nell’edizione 2013/14, attorno all’archetipo della porta e ai miti di passaggio dei 5 Continenti (tra cui: il mito di Er, quello della caverna di Platone, di Orfeo e Euridice, la fiaba zigana di Dio che creò il mondo con l’aiuto del Diavolo, di Alibabà e i 40 ladroni, di Giano Bifronte) sono stati coinvolti oltre 2.000 bambini e un centinaio di ragazzi, dentro e fuori alle aule scolastiche di Scampia, Monterosa, Chiaiano, del centro storico e di Castelvolturno. Anche quest’anno il recupero di spazi abbandonati si è intrecciato con il miglioramento di una quotidianità scolastica ancora troppe volte connotata da abbandono scolastico e malessere generalizzato. Da qui la ricerca del Genio Eir Ascol (traduzione: genio=voglia; E=di; ir=andare; Ascol=a scuola. Ovvero: la voglia di andare a scuola) con una caccia al tesoro spettacolo.
Durante questa settima edizione bambini e ragazzi, assieme ai propri docenti e educatori di Napoli, Roma, Pistoia, Modena e Milano, hanno sperimentato modi possibili per trasformare scuola e territorio in luoghi generatori di salute anziché malattia. Producendo riflessioni e azioni anche su porte difficili come quelle del carcere, dell’immigrazione, dell’aula didattica, dell’ecosistema.