Dall'amore di mamma all'agape

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Dall’amore di mamma all’agape

Il ritorno del  Mito del Mammut in piazza

Condividiamo in allegato tracce e struttura ludica di “Dall’amore di mamma all’agape”, il gioco di teatro città  che ha rianimato  piazza Giovanni Paolo II di Scampia il 17 maggio scorso.

Il Mito del Mammut è tornato nella grande piazza di Scampia come una  pluriclasse di oltre 200 bambini e un centinaio tra docenti, genitori, musicisti, attivisti e altra umanità, che hanno fatto di nuovo scuola, facendo città. Bambine e bambini e relativi adulti di Bagnoli, Corso Vittorio Emanuele, Vomero, Monterosa e Scampia si sono dati appuntamento per giocare al gioco della scuola attraverso miti, teatro, arti e gioco.

Demetra è disperata perché Ade ha rapito sua figlia. Così la forza invisibile con cui Demetra nutriva la natura non c’è più e tutto sulla terra va morendo. Andiamo a caccia di quella forza? Ma come facciamo? E qua comincia l’avventura.

Questo l’incipit della XV edizione de Il Mito del Mammut, gioco didattico di teatro città, partito nel 2007 e diventato ormai consuetudine cittadina, tornato finalmente in piazza dopo la pausa per l’emergenza sanitaria.

 

Frutto dell’intreccio tra gioco popolare, didattica freinetiana, animazione teatrale d’ispirazione grotowskiana e ricerca psicopedagogica, la mattinata del 17 maggio è stata l’apice e la sintesi del percorso portato avanti dal Centro Territoriale Mammut con scuole e associazioni italiane, con l’obiettivo di apportare cambiamento non superficiale a scuola e città.

La “messa in vita” (per dirla con Marco Martinelli del Teatro delle Albe),  dei tanti miti che hanno accompagnato il lavoro in aula condotto durante l’inverno dai docenti e dagli operatori nell’ambito del Mito del Mammut, ha portato  i bambini a partecipare ad un’architettura ludica composta da  un misto tra caccia al tesoro, gioco dell’oca e labirinto. Al ritmo del canovaccio composto dall’intreccio tra i miti di  Demetra e Persefone, Colapesce, Pollicino, Artemide e  Atteone, Aretusa e Alfeo e altri. Tutti aventi come tema comune “La madre”, sfondo integratore dell’intero percorso dell’anno.  

I bambini si sono trovati nel mezzo delle storie raccontate durante l’anno, grazie anche a chi si è prestato per interpretarne i diversi personaggi.  Non avendo la possibilità di realizzare un lavoro su archetipo e attore, non abbiamo potuto fare altro che cercare qualcuno che per un qualche motivo incarnasse un tratto di quel personaggio, in relazione alla comunità di cui era parte. E così per i nostri “attori”, ingaggiati un’ora prima della “messa in vita” del  gioco di teatro quartiere: uno sgargiante Isac Newton e, vera madre di noi tutti che a Scampia siamo nati sulla scia del Gidas, Mirella.  Ai giocatori  bambini abbiamo detto che i personaggi dei miti che avevano incontrato con noi durante l’anno in classe, erano venuti in piazza in  ’borghese’, ma loro avrebbero potuto riconoscerli da un minuscolo particolare… potendo così ricevere la traccia successiva.

Il Mito è stato reso possibile dal grande lavoro dei tanti volontari (genitori, parenti e attori amici del Mammut) che hanno voluto regalare un pezzo alla mattinata comune.  

Per questo la giornata del 17 marzo è stato un momento importante: rituale collettivo in cui, concretamente e prospetticamente, bambini e adulti si sono riappropriati di uno spazio abbandonato dalle istituzioni come Giovanni Paolo II (rivitalizzandolo) e di un’istituzione dove la vitalità ha sempre meno spazio (la scuola).

Seguendo la struttura della ruota di medicina degli indiani d’America, i partecipanti hanno risolto tracce e enigmi (anche grazie a quanto imparato e sperimentato durante il percorso fatto in classe durante l’anno), in un viaggio fatto di narrazioni mitiche dall’amore di mamma all’agape del mare di un uomo/pesce che riesce a farsi uno nel tutto.

 

Durante la mattinata si è tenuta anche la  presentazione del numero 4 della rivista L’AP.E, con i materiali teorico pratici prodotti dalla ricerca, racconto del percorso di ricerca azione che stava dietro  al gioco.

 

E infine una nota per noi particolarmente importante. Alle 13, l’omino dell’ambulanza che era in piazza, molto gentilmente ha chiesto se potevano andare, visto che era finito il loro orario (l’ambulanza, a nostre spese, la prendiamo sempre per sicurezza). Alla domanda se qualcuno avesse avuto bisogno di loro: “assolutamente no, nemmeno un graffio”, la sua risposta. Come fare a far capire a genitori, docenti , dirigenti che il vero e unico pericolo è rimanere rinchiusi in classe per un’intera giornata. 200 bambini liberi, festanti, in apprendimento sono stati felici senza farsi nemmeno un graffio.

Hanno partecipato alla giornata in piazza le scuole “ICS Eugenio Montale (Scampia), ICS Giovanni XXIII (Monterosa), scuola paritaria DPDB (sedi via Morghen e Corso Vittorio Emanuele), ICS Madonna Assunta (Bagnoli)”. Ammesc (La Mesca Napoli) ha accompagnato con  la sua musica l'intera mattinata. 

Un grazie grande come la fatica che tutti noi abbiamo fatto, a tutti coloro i quali hanno permesso di realizzare l’impresa titanica della XV edizione del Mito in piazza, a partire dai Dirigenti didattici e dai docenti che hanno scelto di “rischiare” che i loro alunni si facessero del bene. Grazie ai tanti genitori che hanno scelto di affidarsi (e ancora di più a quelli che sono venuti in piazza decidendo di scambiare il “controllo” con la “voglia di giocare”, lasciandosi infettare dai bambini. Grazie a tutti coloro i quali come  Giaccio e i 30 studenti guidati dal loro professore della Cattolica di Milano, che hanno permesso di portare a termine pezzi fondamentali della scenografia, scegliendo di farlo in assoluta gratuità, vera risonanza di agape in carne e ossa. Grazie a  Giovanna, Argentina, Biagio, Cristiano e a tutti gli operatori del Mammut, senza i quali niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Grazie a Davide Della Monica e ai musici Amnesc, che hanno materializzato Colapesce e reso possibile la  solennità di un rituale. Grazie ai nostri maestri di sempre che continuano ad accompagnarci, come Claudio Tosi, che non ha esistato a dare il suo contributo alla struttura ludica del 17. Grazie infine alla Tavola Valdese, alla Fondazione Giovanni Affinita e alla Fondazione Haiku che continuano a sostenere il lavoro della nostra organizzazione, rendendo possibile continuare la nostra impresa in assoluta autonomia e indipendenza.

Il  materiale allegato  è messo a disposizione di chiunque voglia sperimentarlo, per calarlo  nel proprio contesto, condividendone spirito e finalità, nella convinzione che da sempre anima il CT Mammut secondo cui idee e creazioni vengono a fare visita, ma non divengono  proprietà di nessuno.  Niente è chiesto in cambio del suo utilizzo, se non appunto  averne rispetto e citarne la fonte.

Sulla pagina Fb del Centro Territoriale Mammut alcune foto della giornata.

Mentre chi vorrà partecipare a un percorso di formazione condotto dal CT Mammut,  organizzare una presentazione della rivista L’A.PE o richiederne una copia digitale o cartacea

[email protected] – 3385021673

 

 

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